1613 Michail Fëdorovič Romanov sale al trono dopo l'estinzione della casata dei Rurik.
1667-1671 Prima rivolta contadina sotto i Romanov. Capo del popolo è Stenka Razin, cosacco: organizzato un esercito di contadini del Don, riesce ad occupare parte della Persia e a proclamare la nascita della Repubblica cosacca. Mentre marcia con l'esercito verso il nord della Russia viene tradito dai suoi uomini e arrestato dalle truppe zariste, che lo condannano a morte.
1775 Nonostante Caterina II sembri propensa a riforme più liberali, i contadini russi continuano a chiedere l'abolizione della servitù della gleba. Il cosacco Pugacev finge di essere lo Zar recentemente defunto Pietro III e incita i contadini alla ribellione. Riesce ad organizzare una marcia su Mosca prima di essere arrestato dall'esercito, che lo giustizia pubblicamente. Il popolo considera il suo un martirio. La zarina, tuttavia, capendo l'enorme potere delle masse decide di ritornare all'assolutismo più autoritario.
1825 Se prima si era trattato di rivolte contadine, ora i moti sono influenzati dai moti europei e dalla propagazione degli ideali della Rivoluzione francese. A preparare la rivolta sono, infatti, soldati che hanno combattuto fianco a fianco contro Napoleone. La rivolta, che scatta il 14 dicembre, in occasione dell'incoronazione di Nicola I, viene addirittura preparata a tavolino da membri delle società segrete russe che prenderanno il nome di "decabristi". Non si chiede più la terra, ma un regime costituzionale.
1905 Esasperati dalle conseguenze in patria del conflitto russo-nipponico e dall'autorismo dello zar, il 9 gennaio si tiene a san Pietroburgo una manifestazione guidata dal pope Gapon. L'esercito ristabilisce l'ordine sparando sulla folla. La Russia si dichiara in sciopero contro l'autoritarismo dello Zar: comincia ad affermarsi la figura del professionista della rivoluzione. Nonostante il potere zarista riesca a riaffermarsi a causa della mancanza di una sufficiente propaganda rivoluzionaria, il Primo Ministro Sergej Vitte convince Nicola II a concedere una costituzione alla Russia, il Manifesto d'ottobre; ma Stolypin, successore di Vitte, condanna a morte circa quattromila rivoltosi. I rapporti tra Zar e sudditi rimangono tesi.
1917, Febbraio L'inflazione e il razionamento alimentare vedono una Russia esasperata da tre anni di guerra manifestare in piazza in ricordo della domenica di sangue del 1905. Si tratta dell'inizio di una serie di insurrezioni popolari che porteranno allo scoppio della Rivoluzione di Febbraio. L'esercito si insubordina e si unisce in gran parte al popolo e distribuisce armi. Nicola II è costretto ad abdicare in favore del fratello, che, tuttavia, rinuncia al trono. Prende il potere il governo provvisorio del principe L'vov, ma inizia a farsi più evidente il divario tra la Duma e i soviet. I rapporti con i russi si fanno più tesi, benché il governo di Kerenskij, succeduto a L'vov, punti ad una normalizzazione della situazione. Una parte non da poco è data dalla volontà del governo provvisorio di rimanere in guerra.
1917, Ottobre Dopo il tentato colpo di mano dei bolscevichi a luglio, che vede Lenin rifugiarsi in Finlandia dopo le accuse di Kerenskij, e la fallita marcia del generale Kornilov su Pietrogrado, la situazione in Russia è ancora tesa. Lenin riesce a fare ritorno in ottobre e convince i bolscevichi, guardati con simpatia dal popolo, della necessità di prendere il potere prima delle elezioni dell'Assemblea costituente. Il 24 ottobre parte la rivolta: il Palazzo d'inverno cade e Kerenskij fugge. Due giorni dopo viene proclamata la Repubblica dei soviet. Prende il potere il Soviet dei commissari del popolo, con Lenin alla presidenza e Trockij agli Esteri. Le truppe rosse prendono il sopravvento e combattono le residue truppe zariste, mentre Lenin dà il via alle riforme.